Se telefonare e inviare sms mentre si è all'estero costa più che in Italia, ancor più elevato risulta il divario esistente per il traffico dati.
Mentre a livello domestico sono sempre più diffuse opzioni che consentono di limitare il costo della navigazione, le tariffe standard in roaming sono sensibilmente più alte.
Si tratta di una situazione diffusa a livello continentale come rilevato dalla stessa Commissione europea che ha constatato come il prezzo medio per un megabyte di traffico sia sceso nel corso del tempo arrivando a 3,6 euro, ma che ci siano ancora punte di 16 euro e che per scaricare una canzone si possano spendere anche 15 euro.
Il controllo dei costi per gli utenti, inoltre, è reso difficile dal fatto che a differenza delle connessioni da rete fissa, con quella mobile si paga in base al traffico dati effettuato e non a tempo.
Con Tim, per esempio, la navigazione in roaming prevede un costo compreso tra 0,8 e 3,6 centesimi per kilobyte in base al Paese in cui ci si trova, con un meccanismo di addebito a scatti di 10 kb anticipati.
Tanto per avere un termine di confronto, per il traffico domestico con l'opzione Maxxi Alice week al costo di 2 euro si ottengono 100 megabyte da consumare in sette giorni. La tariffa base di Vodafone oscilla da 0,88 a 2,9 centesimi per kilobyte ma a disposizione dei clienti ci sono le opzioni Weekly travel tariff che offre 10 megabyte da consumare in sette giorni al costo di 15 euro e la Daily travel tariff che di megabyte ne include 50 da utilizzare in 24 ore spendendo 15 euro in Europa e 30 euro altrove.
I clienti di Wind pagano da 1,25 a 4 centesimi per kilobyte, sempre che non attivino l'opzione Roaming no limit (3 euro al mese) che consente di mantenere la tariffa nazionale di 0,3 centesimi per kb.
Infine il roaming con Tre costa da 1,5 a 5 centesimi per kilobyte. Gli operatori virtuali non si discostano dalle tariffe standard applicate dai tradizionali e non offrono opzioni alternative.
(M.Pri.)